Riassunto delle gesta precedenti:
Scosso dalla bassa opinione che il pubblico ha di lui,
Ercole ha deciso di ripulire la propria immagine combattendo il crimine nel Bronx.
Dopo aver partecipato ai Giochi di Olympia ed aver scoperto una strana
cospirazione che coinvolge gli Inumani, Ercole si è lasciato ingannare da
Mefisto che gli ha proposto una sfida...
#4 – Una Gita Inumana
di Carmelo Mobilia & Fabio Furlanetto
guest star:
Ercole aveva lasciato la
festa sul tetto dirigendosi di furia nel suo appartamento.
Gena Landers gli andò
dietro, per accertarsi che stesse bene.
Bussò alla sua porta,
insistentemente, ma non ottenne risposta.
<Ehi Ercole, c’è
qualcosa che non va?> chiese Gena <Se è per via di quello che hanno detto
i ragazzi, ti chiedo scusa. Sono giovani, non volevano offenderti.> disse,
continuando a bussare, ma il semidio continuava a non rispondere.
<Mi sa tanto che se l’è
presa ...> sospirò la donna.
<Lasciala entrare,
Ercole. E’ un po’ vecchia per i tuoi vizi, ma commetto che potresti metterla in
tentazione. La lussuria è sempre stata uno dei tuoi punti deboli.>
<Non ho intenzione di
lasciare che tu metta in pericolo dei mortali innocenti, villano. Se è uno
scontro con me quello che cerchi…>
<Non sopravvalutarti,
olimpico, potrei ridurti in cenere con facilità. Ma hai idea di quanto sia
difficile di questi tempi mettere le mani sull’anima di un dio? Già è difficile
uccidervi, e anche quando morite navigare le clausole e i cavilli dei regni
gestiti dai vari pantheon è una tortura che infliggerei solo ai bersagli
migliori. Un dio così idiota da darmi carta bianca su quali sfide posso
lanciargli? Non sai quanto è raro! Sarà perché sei nato solo mezzo dio che sei
così stupido.>
<Attento a come parli,
demonio, o subirai la mia...>
<Ira? Sì, è sempre
stato il tuo peccato migliore, assieme alla superbia, non è così?>
Ercole era sul punto di
cedere ad uno dei suoi famosi scatti d’ira: si sarebbe lanciato sul demone
scatenando su di lui la sua leggendaria forza, quando il bussare nuovamente
alla sua porta lo dissuase dal farlo.
Dall’altra parte stavolta
non c’era Gena bensì una sua vecchia conoscenza.
<Ehi Erc, sono Clint.
Fammi entrare.>
Sbuffando nervosamente,
Ercole aprì la porta al suo vecchio compagno d’armi.
<Salute a te, Clint
Barton. Ho il dovere di avvisarti, non è un bel momento per figlio di Zeus.>
<Ah, scusa, non sapevo
avessi compagnia.> rispose l’arciere, vedendo sul divano la graziosa ragazza
di nome Lucy <Posso tornare più tardi, nel caso...>
<Nient’affatto, amico
mio; anzi, il tuo tempismo è perfetto quanto la tua mira. La signora non
è...>
<Non è venuta qui per
restare a lungo. Ci rivedremo presto, Ercole.> lo interruppe la donna,
alzandosi dal divano e dirigendosi verso la porta; prima di uscire, si fermò davanti
ad Ercole.
<Confido che non farà
parola della nostra discussione con nessuno, mister Ercole. La discrezione è
parte integrante del nostro rapporto, spero le sia chiaro.>
<Chiarissimo.>
rispose Ercole, stranamente lapidario.
<Magari la prossima
volta mi presenterai il tuo bell’amico. Sempre che non sia già sposato ...>
<Non più.> risponde
Clint Barton, sospirando.
<Ah capisco ...>
disse la donna <Divorziato?> chiese, pur conoscendo già la risposta.
<Vedovo in realtà.>
rispose Clint.
Vedendo la tristezza nel
volto dell’amico nel ricordare la moglie morta, Ercole fu veramente a un passo
dallo strangolare “Lucy”.
<Oh, come mi dispiace,
non volevo riaprire una ferita dolorosa. Beh, è meglio che io me ne vada.>
concluse la donna, uscendo dall’appartamento seguita da una porta sbattuta.
<Chi era la rossa,
amico? Spero di non aver interrotto niente...> domandò Occhio di Falco.
<Nessuno a cui prestare
importanza. Che cosa ti porta da queste parti, mio vecchio amico?>
<Sarò breve Erc: ho
parlato con Kate. So tutto di Olympia e la faccenda dei cristalli terrigeni. So
che vuoi andare ad Attilan per indagare, e voglio venire con te... ma soprattutto,
voglio che lasci lei fuori da questa storia.>
<Non era affatto mia
intenzione coinvolgere la giovane Katherine in questa faccenda, credimi, ma è
stato il suo acume e il suo ingegno a scoprire l’inganno Inumano. Merita di
prendere parte a questa impresa.>
<Io invece dico di no:
credimi, conosco le capacità di Kate, ma un conto è prendersela con un balordo
del Bronx, un'altra cosa è affrontate avversari come gli Inumani.>
<Ah, avresti dovuta
vederla ad Olympia come ha tenuto testa a quello spocchioso di Ikaris e agli
Eterni... in quella fanciulla c’è molto di più di quello che pensi.>
<Erc, lei non viene,
fine della questione. Verrò io con te ad Attilan.>
Il semidio olimpico
ripensò alla sua sfida maledetta con Mefisto, e pensò che forse non era il caso
di coinvolgere i suoi amici.
<Molto bene Occhio di
Falco, faremo come vuoi tu. Ma il Principe della Forza non abbisogna nemmeno
del tuo aiuto. Andrò solo a risolvere questa questione.>
<Ah si? E come andrai?
Affitterai un uber? Andiamo... passiamo alla base e prendiamo un Quinjet. Se
lasci guidare me arriveremo in men che non si dica.>
Era effettivamente il
metodo più veloce per spostarsi.
<Uhmpf. E sia,
Occhio di Falco; invero, c’è della saggezza sotto la tua arroganza.>
<Molto bene, allora ...
ehi, un momento: secondo te sarei arrogante?>
Il figlio di Zeus non
rispose.
Casa Kaplan
<Andiamo Billy... ti
chiedo solo questo favore! Perchè mi costringi a supplicarti?>
<Non voglio costringerti
a fare nulla, Kate... Dio, credo che nessuno al mondo ne sarebbe in grado....
sto solo dicendo che quello che mi chiedi non è una cosa da niente.>
<Maddai! Cosa vuoi che
sia, per uno con i tuoi poteri? Sei o non si un “Wiccan”?>
<Mi stai chiedendo di
teletrasportati ad Attilan, la patra degli Inumani! Non è come chiederti di
prestarti i soldi del cinema!>
<Cosa che non mi è mai
successa, essendo ricca. Non ho bisogno di prestiti economici. Ho bisogno di un
passaggio, che solo tu puoi darmi! Cacchio, credevo fossimo amici!>
<Lo siamo, Kate, lo sai
bene... ma Attilan! Voglio dire, il tipo più innocuo lì può... divorarti! E' un
covo di esseri strani.>
<Disse il giovane mago.
Dai Billy, è una cosa seria. Riguarda un’indagine a cui stiamo lavorando io ed
Ercole. Lui vuole tagliarmi fuori dalla missione, ma sono stata io a scoprire
il coinvolgimento degli Inumani! Mi sono decisamente meritata di prendere parte
all'indagine.>
<Tu… ed Ercole? Dio,
non m'immagino coppia più improbabile... non è che hai una cotta per lui,
vero?>
<Ma sei scemo? Per quel
troglodita? Dio, no... a parte essere decisamente
più vecchio di me, il suo modo di rapportarsi con le donne è odioso!>
<Okay, okay, non ti
scaldare... ma almeno chiamiamo il resto dei ragazzi. Potrebbe essere
l'avventura definitiva dei Giovani Vendicatori!>
<No, niente squadra. E'
un lavoro mio. E poi Sigmund[i]
se la prenderebbe a male a dover interagire con il suo… padre biologico (dio,
stento ancora crederci)>
<Hai ragione... va bene, però ad una sola condizione.
Io vengo con te. Non tratto su questo punto.>
<Mi sta bene.>
rispose la ragazza.
Con un gesto, il giovane
stregone indossò il suo costume.
<Uh, aspetta... non ho
portato il costume con me. Uh, Non è che prima potresti teletrasportarti a casa
mia?> domandò candidamente la ragazza.
In volo verso
l'Antartide.
Il Quinjet trasportava
Ercole e il suo compagno di squadra Occhio di Falco.
L'arciere era ai comandi, e
contemporaneamente stava stilando verbalmente un resoconto degli ultimi
avvistamenti sospetti.
<Ultimamente i Vendicatori hanno ricevuto
diversi rapporti sulle Nebbie Terrigene usate al di fuori di Attilan.> fece
notare Falco <Sia lo S.H.I.E.L.D. che Capitan Marvel ci hanno segnalato
diversi casi di uso improprio di quello stramaledetto gas mutogeno. Se vuoi la
mia, qualcuno ne ha trafugato un po' e venduto al mercato nero.>
<Quanto dici pare portare la firma
dell'ignobile Maximus, il fratello di Freccia Nera.>
<E' il primo nome della lista, non lo nego... ma l'ultima volta che siamo
stati ad Attilian, Freccia Nera lo aveva esiliato. Mai troppo presto, per me.
Quando penso a carogne come lui o Loki, mi chiedo cosa aspettino certe famiglie
a metterli al bando.>
<Le questioni fra consangunei sono assi
complicate, amico Clint. Io stesso da molti secoli ho accesi diverbi col mio
fratellastro Ares.>
<Si capisco cosa vuoi dire.... pure io volevo bene a Barney, che non era certo uno stinco di santo, però...>
Anche senza una vista
acuta come la sua, Clint non avrebbe potuto fare a meno di notare come, per
tutta la durata della discussione, Ercole fosse rimasto con lo sguardo
incollato al suo Starkphone.
<Mi faresti la cortesia
di mettere via il telefono e concentrarti? Non starai mandando foto dei tuoi
addominali a qualche ragazza su Tinder, come l’ultima volta?>
Ma la conversazione che
stava avendo Ercole era assai più seria: Mefisto infatti stava comunicando con
lui proiettando la propria immagine sul suo telefonino.
Una scritta a lettere
rosse apparve sullo schermo:
Se stai pensando di twittare ai tuoi amici un
messaggio di allarme, guarda che ti vedo...
Il diavolo è su Twitter?
Non vedo come possa essere una sorpresa. Allora, che
cosa ci fai ad Attilan?
Non sono affari tuoi.
Io dico di sì. E’ una bella opportunità per la prima
delle tue Nuove Fatiche, non trovi?
Basta con i giochi. Dichiara la tua sfida ed
Ercole la vincerà!
Iniziamo con qualcosa di facile: sconfiggi Freccia
Nera in un duello. Oh, e ricorda: non puoi dire a nessuno della mia sfida.
<Ercole, dacci un
taglio, siamo arrivati.> lo richiamò Occhio di Falco. Ercole dette un’ultima
occhiata allo schermo: mostrava solo un muro di fiamme.
“Ti aspetto” fu l’ultimo messaggio che gli lasciò il diavolo.
A ricevere la coppia di
Vendicatori fu la loro compagna di squadra Crystal.
<Salve ragazzi. Che
insolita sorpresa.> disse lei nel vederli.
<Ave, splendida
Crystal. Questa ahimè non è una visita di piacere ma sono infauste circostanze
che ci portano qui.>
La giovane inumana capì
subito che qualcosa non andava; lei era stata in squadra insieme ad Ercole,
tempo prima, e nel vederlo così serio intuì che doveva trattarsi di qualcosa di
importante.
<Puoi ben dirlo,
Erc.> gli andò dietro Occhio di Falco <Mi spiace dovertelo far notare,
Crys, ma ultimamente sono avvenute troppo cose strane che riguardano voi
Inumani. La cosa comincia a puzzare.>
<Capisco esattamente
quello che dici, Falco, e sono d’accordo con te... tuttavia, vi inviterei a non
andarci così pesante con Freccia Nera e non metterlo troppo sulla difensiva:
tende ad essere alquanto... sentimentale, sulle faccende che coinvolgono la
famiglia reale.>
<Lo comprendo bene.>
rispose Ercole <Te lo dicevo io stesso a bordo del Quinjet.>
Occhio di Falco si limitò
a fare una smorfia, ma non ribatté.
I due Vendicatori furono
scortati nella sala reale, dove si trovarono al cospetto di Freccia Nera. Medusa,
la sua consorte, fece da interprete dei segni che il silenzioso monarca faceva
con le mani.
<Benvenuti a palazzo,
Vendicatori. Freccia Nera vi da il benvenuto.>
<Salute a voi, o
reali.> esordì Ercole <Come ho avuto modo di dire a Crystal, siamo venuti
nella vostra mitica città per indagare su un fatto assai strano che ahimè vi
vede coinvolti. Io in persona ho visto coi miei occhi i fatti che vado a
esporvi. Durante una mia partecipazione ai giochi olimpici tenutisi a Olympia,
patria degli Eterni, vidi come alcuni dei gareggianti meno dotati usarono le
vostre Nebbie Terrigene per sviluppare le loro capacità. La cosa ha creato
scompiglio, e si è scatenato il panico... nulla che il Principe della Forza non
potesse contenere, ma è comunque una cosa assai grave che qualcosa di così
potente possa essere finita in mani sbagliate!>
<Dio Erc, sei più
prolisso del solito> gli fece notare Falco <Venendo al punto, noi
sospettiamo di vostro fratello Maximus, maestà. Pensiamo che abbia potuto
rubare alcune dei vostri cristalli per venderli a qualcuno... ma non sappiamo
né chi o perchè.>
Freccia Nera rispose a
modo suo, ovvero comunicando con sua moglie Medusa tramite il linguaggio dei
gesti.
<Vostra maestà, posso
suggerirvi un metodo di comunicazione assai più moderno ed efficiente?>
disse Ercole, estraendo il proprio Starkphone e mettendolo in mostra come se ne
stesse facendo la pubblicità.
<Erc, non posso proprio
portarti da nessuna parte.> commentò Occhio di Falco alzando gli occhi al
cielo. Medusa dovette ricorrere a tutte le proprie doti diplomatiche per non
fare commenti, limitandosi a tradurre il linguaggio dei segni Inumano.
<Freccia Nera vi
ringrazia per aver portato il problema alla sua attenzione. Anche se avete la
nostra parola che queste azioni non sono sanzionate dalla corona.>
<E’ possibile che ci
sia dietro qualche dissidente del Consiglio Genetico? Non tutti saranno
contenti che Freccia Nera gli abbia tolto il controllo di Attilan, l’ultima
volta che siamo stati qui.> [ii]
Medusa e Freccia Nera si
scambiano un’occhiata. Non furono necessari gesti questa volta.
<Freccia Nera indagherà
su tutti i possibili candidati.>
<E chi indagherà su
Freccia Nera?> chiese Ercole.
<Erc...> cercò di
intervenire Occhio di Falco.
<Senza offesa, Freccia
Nera, ma per quanto ne sappiamo potresti essere pazzo quanto tuo fratello
Maximus.> rincarò la dose Ercole.
<Molto diplomatico.
Quello che vuol dire è...> provò ad intercedere Occhio di Falco, fermandosi
quando Freccia Nera solleva una mano. Non servì conoscere il linguaggio dei
segni Inumano per tradurre “smettila di parlare”.
Medusa si chinò verso
Freccia Nera per parlare sottovoce, coprendo la visuale degli ospiti con i
propri capelli per impedire prima di leggerle le labbra e poi di vedere i gesti
di Freccia Nera.
<In onore dell’amicizia
tra i Vendicatori ed il nostro popolo, Freccia Nera vi acconsente di indagare
sui laboratori delle Nebbie Terrigene...> annunciò Medusa.
<Glorioso! Sicuramente
Crystal potrà...> iniziò a reagire Ercole.
<...accompagnati da
Gorgon e Karnak.> concluse Medusa.
<Uhm, forse ci
sarebbero membri della famiglia reale più adeguati?> chiese Occhio di Falco;
l’idea di dover tenere a bada due teste calde come Ercole e Gorgon non lo
attirava per niente.
Né Medusa né Freccia Nera
si degnarono di rispondere.
Scortati dai due membri della famiglia reale,
Ercole e Falco scesero nelle segrete del palazzo dove venivano custodite le
famigerate nebbie terrigene.
Vennero interrogati alcuni dei tecnici incaricati
della loro custodia, e confermarono come tutto fosse al loro posto e che non
mancasse nulla dalla loro lista.
<Nessuna anomalia, ma io so quello che ho
visto.> ribadì ancora una volta Ercole.
<Ma sei davvero certo che si trattasse di
Nebbie Terrigene?> domandò Karnak.
<Sicurissimo.>
<Tsè figuriamoci> sbottò Gorgon
<Nutro la totale fiducia nei nostri custodi, e se loro dicono che non manca
niente, è così. Per me hai preso un abbaglio.>
<Nessun abbaglio. Il figlio di Zeus era
presente e ribadisce...> ma Erc non terminò a frase, in quanto i suoi occhi
notarono una figura a lui nota.
<TU! ERI AD OLYMPIA!> gridò, in direzione di
una colonna.
Dietro di essa si nascondeva una figura
incappucciata.
Ercole corse in sua
direzione e lo afferrò per il mantello, ma quando provò ad identificarlo, il misterioso
Inumano lo colpì con una scarica di energia.
<FERMATELO! HA PROVATO A RUBARE UN CAMPIONE DI
NEBBIA TERRIGENA!> urlò l'uomo misterioso.
In un momento Ercole si trovò circondato da
guardie, e Gorgon gli su subito addosso.
<Mi hanno stancato i tuoi modi!> esclamò
<Non hai trovato nulla e stai cercando di impossessarti di ciò che non ti
appartiene! La tua storia non mi ha convinto fin dal primo momento!> lo
accusò.
<Un momento, passo felpato!> gridò Occhio di
Falco <Ercole è tante cose, ma non è un bugiardo e tanto meno un ladro!
Lasciatelo andare!>
<Mi dispiace arciere, ma qui non sei tu a dare
gli ordini> gli rispose Karnak <Siete nel palazzo reale degli Inumani e
state cercando di trafugare dei beni preziosi. Avete molto di cui
rispondere.>
<NESSUNO ACCUSA ERCOLE E I VENDICATORI DI
FALSITA'!> sbottò Ercole furioso, colpendo Gorgon con un montante.
Era una dichiarazione di guerra.
Medusa e Crystal accorsero sulla scena; a
differenza di Gorgon e Karnak preferivano capire cosa stesse succedendo prima
di iniziare una lotta.
E fu proprio il loro cugino Gorgon a raggiungerle
per primo, sfondando il muro attraverso cui era stato lanciato da Ercole.
Medusa attutì la sua caduta usando le proprie chiome viventi come un enorme
cuscino.
Prima che potessero sincerarsi delle condizioni di
salute di Gorgon, i loro corpi vennero attraversati da una scarica elettrica
abbastanza potente da metterle K.O. in un istante.
Lo stesso Inumano a cui Ercole stava dando la
caccia era di fronte ai loro corpi privi di sensi; quando si chinò verso di
loro per finire il lavoro, da un secondo all’altro si accorse che Freccia Nera
era alle sue spalle.
<Sire! Siamo sotto attacco… è stato
quell’umano!> esclamò l’Inumano incappucciato, puntando il dito verso
Ercole.
Freccia Nera lanciò un’occhiata a Medusa; giusto
il tempo di vedere che respirava ancora. L’antenna sulla sua fronte crepitava
di energia, e in un battito di ciglia svanì.
Persino Ercole non poteva liberarsi così
facilmente di una mezza dozzina di Inumani intenti a tenerlo a bada; quantomeno
non senza far loro del male, che era l’ultimo dei suoi desideri.
<Lasciate passare il figlio di Zeus! Non capite
che sto cercando di catturare un vostro nemico!?> si lamentò, giusto in
tempo per sbaragliare la piccola folla.
Con un solo passo si trovò di fronte a Freccia
Nera, apparso di fronte a lui con la velocità di Mercurio. Prima che Ercole
potesse anche solo aprire bocca, Freccia Nera l’afferrò per il collo e salì di
quota così rapidamente da passare attraverso diversi piani dell’edificio
abbattendo soffitto dopo soffitto come se tutto fosse stato costruito con il
cartone.
Ercole sapeva bene della
fama di Freccia Nera; il suo potere era ben noto e rispettato, ma pochi
facevano riferimento alla sua velocità.
Il semidio si schiantò sui
ghiacci dell’Antartide, diversi chilometri al di là della barriera che separava
Attilan dall’inospitale continente.
<Mi hai portato lontano
dai tuoi sudditi? Sei invero un sovrano d’onore.> concesse Ercole.
Quando Freccia Nera volò
verso di lui nel tentativo di metterlo al tappeto con un solo devastante pugno,
Ercole lo schivò all’ultimo istante.
Anche l’Inumano fu sorpreso
dalla velocità dell’avversario, ma lo fu ancora di più quando Ercole colpì con
il piede il terreno; il blocco di ghiaccio che si staccò era delle dimensioni
di un iceberg, ed Ercole glielo scagliò contro come se fosse una palla di neve.
Freccia Nera vaporizzò il
ghiaccio con una scarica proveniente dalla sua antenna; la mossa aveva
sollevato una fitta nebbia che gli rendeva impossibile vedere il proprio
avversario.
Ercole approfittò della
distrazione per afferrare Freccia Nera alle spalle, bloccandolo con la sua
forza titanica. Per quanto si dimenasse, nemmeno Freccia Nera riesciva a
liberarsi.
<Sei un bravo
combattente, ma non hai millenni di esperienza di lotta libera e pancrazio,
vero? Ora se tu mi lasciassi parlare soltanto per un secondo...> disse
Ercole, le cui capacità di combattimento gli avrebbero permesso di mettere a
terra Freccia Nera... se quest’ultimo non avesse avuto il potere del volo.
Freccia Nera salì verso il
cielo a velocità vertiginosa, quanto sarebbe bastato per far svenire qualsiasi
essere umano. La sua forza fisica, per quanto fenomenale, non era neanche
lontanamente all’altezza di quella di Ercole, che riuscì a tenerlo bloccato
usando un braccio solo.
Freccia Nera notò che
Ercole aveva liberato una mano e si preparava a parare un colpo... ma restò
spiazzato quando vide che cosa sta facendo: gli stava mostrando il suo
Starkphone.
Subito dopo, Freccia Nera
si rese conto che Ercole non stava più stringendo la presa: era semplicemente
rimasto attaccato a lui per non precipitare.
Freccia Nera annuì e salì
ancora di più, fino ai limiti più estremi dell’atmosfera.
Mancava veramente poco
prima di raggiungere lo spazio, ma quella minuscola quantità di atmosfera
riuscì comunque a trasportare il suono delle due parole che uscirono sussurrate
delle sue labbra.
<Mi arrendo.>
Visto da terra, l’effetto
fu come quello di una colossale esplosione che copre il cielo fino
all’orizzonte. Drammatico, certo, ma se Freccia Nera avesse fatto la stessa
cosa a livello del mare non sarebbe rimasto praticamente nulla di Attilan.
Ercole ne era ben conscio
e felice, quando uscì dalle acque gelide del mare Antartico dove era
precipitato. Fu lo stesso Freccia Nera a porgergli la mano per aiutarlo a
tornare sulla terra ferma.
<Sono lieto che tu
abbia sentito ragione, o re silenzioso.>
Naturalmente Freccia Nera
non poteva ringraziarlo senza conseguenze cataclismatiche, ma poteva rendergli
lo Starkphone che aveva tenuto stretto per evitare che finisse per essere
atomizzato.
Ercole riprese in mano il
cellulare e sorrise.
<Invero un mezzo di
comunicazione superiore, non ritieni?> chiese, guardando il messaggio che
appariva ancora sullo schermo, lo stesso che aveva messo fine allo scontro:
E’ UNA TRAPPOLA. PRONUNCIA “MI ARRENDO” PER
VINCERE
Qualche tempo dopo
Tornata la tranquillità ad
Attilan, mentre si dirigeva verso la posizione di Occhio di Falco, Ercole era
ancora su Twitter, con gli occhi sempre incollati al suo prezioso Starkphone.
Hai barato! Avrò la tua anima per questo!
Ed in cosa avrei barato, Mefisto?
Non avresti dovuto dire a nessuno della mia sfida!
Questi erano i patti!
Non si era detto che non potessi scriverlo
Mi credi uno stolto, semidio!?
No, solo un tipo all’antica.
Dovresti aggiornarti
Non rispondi?
Ti sei già dimenticato come si fa a twittare?
Certi problemi di memoria capitano alla tua età
Gongola quanto vuoi, piccolo dio. Mefisto avrà la tua
anima in un modo o nell’altro!
LOL
<Ehi Erc!> richiamò
la sua attenzione Occhio di Falco <Mentre tu facevi a gara a chi ce l'ha più
grosso con Gorgon, io e Karnak siamo andati a caccia, e guarda cosa abbiamo
preso!>
Il misterioso Inumano
incappucciato, colui che aveva dato inizio alla rissa, era immobilizzato da una
freccia-bolas.
<Quindi tu sei colui
che ha creato scompiglio sia qui che nella patria degli Eterni. Hai molto di
cui rispondere.> gli disse Ercole, afferrandolo per il bavero e alzandolo da
terra come se fosse senza peso.
<Sarà meglio che inizi
a parlare, altrimenti te la vedrai con il Principe della Forza!>
L’Inumano non sembrava
intimidito dalle minacce di Ercole, e si limitò a dire:
<Io non rispondo ad
nessuna autorità, tranne quella del mio signore!> ed dopo aver esclamato
tali parole, esplose in mille pezzi rivelandosi un robot.
<Per la mia barba!.>
esclamò Ercole.
<Un robot.... un
maledetto robot.> osservò Clint.
Gli scienziati agli ordini
di Freccia Nera iniziarono ad analizzarne i resti, mentre Ercole e il suo
compagno Vendicatore erano nuovamente nella stanza del trono.
<Penso che ormai sarà
chiaro anche a voi che quanto avvenuto oggi è chiaramente un complotto
orchestrato da quell'infame automa> dichiarò Ercole
<E dalla tua linguaccia
...> aggiunse Occhio di Falco.
<Spero vivamente che
Freccia Nera non voglia serbare rancore al figlio di Zeus e che la questione si
chiuda qui.>
Freccia Nera fece dei
cenni alla moglie Medusa, che tradusse per i presenti:
<Il re condivide le tue
parole, e dichiara l'equivoco chiarito e l'incidente chiuso.>
<Grazie mille. E sono
bene che la fiducia di Ercole è ben riposta in Freccia Nera, che non dirà una
sola parola su quanto avvenuto in orbita.>
A sentire la frase
“Freccia Nera non dirà una sola parola” ad Occhio di Falco quasi venne un
colpo.
<Ma sei totalmente
cretino, Erc? Così sembra che lo stai pigliando per il culo!> gli disse.
<Perché mai? Il re
degli Inumani starà in assoluto silenzio.>
<E insisti, vecchio
caprone? STA ZITTO TU!> ribadì Clint.
Improvvisamente la sala
venne invasa da una luce azzurrastra: tutti i presenti si misero in assetto da
combattimento, Falco incoccò una freccia.
Nella sala del trono
comparvero improvvisamente tre Giovani Vendicatori: Wiccan, Hulkling e Black
Arrow.
<Ce l'hai fatta Billy,
siamo..... circondati?> osservò Kate.
<Chi siete? Identificatevi
o sareste spazzati via!> urlò Gorgon.
Ercole, Crystal e Occhio
di Falco si sbracciarono in difesa dei ragazzi, spiegando chi fossero e come
non avessero intenzioni bellicose.
Ancora una volta
l'incidente diplomatico venne evitato, ma i 5 Vendicatori vennero invitati a
lasciare il palazzo.
<Questi Inumani hanno
modi e maniera che lasciano assai a desiderare.> disse Ercole, uscendo dalla
sala reale.
<Dopo tutto il
trambusto che abbiamo provocato, è già tanto che non ci abbiano cacciato a
calci...> osservò Occhio di Falco.
<Che cosa ci fai tu
qui, Clint?> chiese Kate Bishop al suo mentore.
<Che cosa ci faccio
qui? CHE COSA CI FAI TU! Ti avevo espressamente detto di non venire! Le guardie
reali vi avrebbero fatte a pezzi!>
Hulkling deglutì rumorosamente
<Io non ci volevo neanche venire...> rivelò il ragazzo.
<Ehm, è che ancora non
sono totalmente pratico con il teletrasporto.> spiegò Wiccan < Mi figuro
un luogo nella testa e appaio lì. Di Attilian aveva visto esclusivamente
immagini della sala reale e...>
<Sta zitto Billy!>
lo riprese Clint.
<Ti sei fregato la mia
indagine!> riprese Kate.
<AH! Il figlio di Zeus
è compiaciuto dalla tua audacia e dalla tua tenacia, Katherine Bishop!>
<Non la incoraggiare
Erc!> ribatté Occhio di Falco.
<Beh se tutto è risolto>
intervenne nuovamente Wiccan <Posso fare un incantesimo per tornarcene a
casa...>
<Eh no bello, non ci
provare! Se pronunci una sola frase ti chiuso la bocca con la mia
freccia-mastice, intesi?> lo rimproverò ancora Clint <Tornerete in
Quinjet con noi, e durante il viaggio faremo un lungo discorso sull'obbedienza
e sul rispetto delle gerarchie!>
<Io nemmeno ci volevo
venire...> ripeté ossessivamente
Hulkling.
Mentre Clint rimproverava
i due ragazzi, Kate prese da parte Ercole e gli chiese:
<Beh in tutto questo,
che mi dici? Chi è il responsabile, come ha fatto a portare le nebbie terrigene
ad Olympia, e perché?> domandò Kate, divorata dalla curiosità.
<Il responsabile era un
robot, che è esploso prima che potessi farlo parlare. Le sue azioni rimangono
oscure.>
<Un robot? Sempre più
interessante... chi lo ha mandato?>
<Gli scienziati Inumani
ne hanno preso i resti per analizzarli. Non sono a conoscenza di altro.>
<Accidenti! Siamo punto
e da capo, allora...> sbuffò la ragazza.
Non sapeva che Ercole le aveva
mentito, allo scopo di proteggerla: in realtà era venuto a conoscenza della
provenienza di quel robot, ma non era un luogo adatto ad una ragazzina.
Prima dell'arrivo dei
ragazzi infatti aveva parlato con Crystal, e stando a quanto lei gli aveva rivelato,
c’era solo un posto al mondo dove poteva essere stato costruito un robot tanto
perfetto: Latveria, la patria del Dottor Destino.
PRIMA FATICA: SUPERATA
[V]
Note
Dopo una lunga pausa riprendono
le strane avventure di Ercole, questa volta alle prese con la diplomazia. Chi
l’avrebbe mai detto che Occhio di Falco sarebbe finito con il diventare il
Vendicatore con la testa sulle spalle?